La lombalgia (mal di schiena) ė
il più comune problema derivante da patologie della colonna spinale. Le strutture
più comunemente capaci di originare dolore lombare, anche di notevole e
persistente entità, sono il disco intervertebrale e le faccette
articolari, conseguentemente a patologie per lo più degenerative.
Mentre è ormai di comune
conoscenza come una ernia o protrusione del disco possano generare lombalgia o
lombosciatalgia, è decisamente sottovalutata, al momento, la possibilità che il
mal di schiena possa essere prodotto da una patologia delle faccette articolari
vertebrali.
Faccette articolari (frecce rosse) e sua innervazione (viola) |
Tali strutture, che si trovano
nella pozione posteriore di ciascuna vertebra, hanno una parte attiva nel
movimento della colonna vertebrale. Quando dolore lombare o degli arti
inferiori origina da una degenerazione delle faccette articolari, si parla di
sindrome delle faccette articolari lombari (sindrome faccettale lombare, lumbar
facet joint syndrome).
La sindrome delle faccette
articolari lombari è la causa, in alcune casistiche, del 45% di tutti gli episodi di mal di
schiena. I primi ad aver descritto tale patologia furono Goldthwait nel 1911 e
Ghormey nel 1933, mentre, alcuni anni dopo, Kaplan e Dreyfuss hanno effettuato
le prime terapie.
Le
cause più comuni di questa sindrome sono le degenerazioni primarie delle faccette, la
spondilolistesi, l’artrite settica delle faccette e le condizioni infiammatorie
come l’artrite reumatoide e la spondilite anchilosante.
La diagnosi
Per prima cosa è necessario
effettuare una visita specialistica (presso un neurochirurgico o ortopedico
spinale, terapista del dolore o neuro radiologo interventista specialisti a livello spinale spinale).
Come si può notare dalle figure
sottostanti, il dolore che origina da patologia delle faccette articolari
lombari può irradiarsi in una zona del tutto simile al dolore che si origina dal
disco intervertebrale (protrusione o ernia del disco).
zone di irradiazione del dolore faccettale |
Il dolore da faccetta articolare
molto spesso ha la caratteristica di essere un dolore dinamico, che compare nel
passaggio posturale, ad esempio, dal passaggio dalla posizione seduta alla
posizione ortostatica (in piedi). E’ anche possibile la presenza di dolore
trafittivo (“le fitte”) con sensazione di debolezza degli arti inferiori.
La conferma diagnostica arriva dalla
indispensabile risonanza magnetica: si va dai reperti di sinovite fino ai più
avanzati stadi di osteartrite di più faccette .
sinovite bilaterale delle faccette articolari (frecce rosse) |
sinovite monolaterale delle faccetta (freccia rossa) |
osteoartrite delle faccette (frecce rosse) |
A complicare però il tutto è la
possibilità di una mancata correlazione tra quadro clinico e quadro radiologico
e quindi la possibile esistenza di una sindrome faccettale in assenza di un
quadro radiologico tipico. Soprattutto in questi casi l’opera dello specialista
si rivela determinante nel stilare una corretta diagnosi e nel portare a
termine la terapia efficace.
Trattamento
Il trattamento è correlato
strettamente all’etiologia della percezione del dolore in tutti casi di
sindrome delle faccette articolari lombari: il nervo attraverso il quale viene
percepito il dolore è la radice dorsale, ramo del nervo spinale (prevalentemente
le branche mediane). Questo nervo porta essenzialmente stimoli nocicettivi e
non provvede a innervazione di muscoli o a trasmissione di stimoli tattili.
ramo dorsale (freccia rossa) |
Neutralizzare questo nervo
significa eliminare il dolore in una sindrome delle faccette articolari.
Il primo passo è quello di
effettuare un “blocco nervoso” momentaneo utilizzando generalmente una
soluzione di anestetico e cortisone, sotto guida radiografica o ecografica. Tale
blocco può avvenire o a livello del ramo dorsale o a livello intra-articolare. Tale
procedura rappresenta la prova del nove della diagnosi di sindrome delle
faccette articolare: se avviene una risposta in termini di scomparsa o decisa
diminuzione del dolore presentato, significa che l’ipotesi diagnostica è
corretta.
blocco ramo dorsale (a sin) e blocco intra-articolare (a ds) |
L’efficacia terapeutica di un
blocco dura 2-4 settimane, al termine delle quali il dolore si ripresenta. E’
in questi casi che si ricorre al trattamento più duraturo di questa sindrome: l’ablazione
con radiofrequenza. La tecnica consiste nel posizionare in corrispondenza del
ramo dorsale del livello interessato un ago con elettrodo e attraverso una
corrente sinusoidale di 400-500 kHz determinare un aumento della temperatura
locale (superiore a 45 °C) e produrre la disattivazione delle fibre della ramo nervoso.
ablazione con radiofrequenza |
I risultati sono ottimi: tale
procedura si rivela efficace nel 90 % dei casi. La durata di azione può essere di
definitiva anche se in alcuni casi, bisogna ripeterla a distanza di 12-18 mesi.
Gli effetti indesiderati sono rari (circa 1%) e includono disestesie e
iperestesie cutanee circoscritte o, ancora più raramente un danno motorio o
sensitivo, evitabile attraverso una stimolazione sensitiva e motoria, che
precede ogni procedura di radiofrequenza.
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